Matrimoni gay in Argentina, e l’Italia cosa fa?

Come ormai saprete, in Argentina nei giorni scorsi sono state approvate le nozze omosessuali. Le polemiche da parte della Chiesa per questa importante decisione sono ancora molte, ma in tutto il mondo la comunità lgbt guarda con ammirazione questo Paese, in cui sono stati rispettati i diritti delle persone omosessuali. Ed in Italia che succede nel frattempo? Di certo se lo staranno chiedendo la deputata dal Pd Anna Paola Concia e l’ex presidente di Arcigay Aurelio Mancuso, che hanno commentato l’approvazione dei matrimoni gay in Argentina.

“Come persone lgbt italiane siamo particolarmente contente che in Argentina, paese legato al nostro Paese per storia e cultura, siano stati approvati, grazie all’impegno dell’attuale governo, i matrimoni gay“, ha dichiarato Aurelio Mancuso nei giorni scorsi.

“Naturalmente – continua l’ex presidente di Arcigay - questo non può che farci riflettere sull’incapacità della classe politica italiana di affrontare la questione del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali”. È davvero scoraggiato Aurelio Mancuso, che sbotta: “In questo Paese non si riesce nemmeno ad approvare norme contro le violenze e le discriminazioni nei confronti delle persone lgbt, figuriamoci il matrimonio gay“!

Dello stesso avviso Anna Paola Concia, che ha ovviamente lodato l’approvazione delle nozze omosessuali in Argentina, ma non ha potuto non fare il desolante confronto con quanto avviene nel nostro Paese. “La decisione del Senato, che ha istituito i matrimoni omosessuali, riconoscendo ai coniugi diritti quali la sicurezza sociale e il congedo familiare, e’ un’ottima notizia, che testimonia come anche in un Paese a larghissima maggioranza cattolica si possa avere un dibattito serio sul tema dei diritti. L’unico peccato e’ che quel Paese non sia l’Italia, ma l’Argentina”.

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